By Aldo Settia
Read Online or Download Rapine, assedi, battaglie. La guerra nel Medioevo PDF
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Gli scorridori marciano da destra verso sinistra e si lasciano alle spalle la città chiusa nelle sue mura turrite, procedendo divisi in due gruppi: i fanti tengono le lance lunghe in verticale e i cavalieri le hanno in spalla; ciascuno di essi trascina prigionieri con le braccia legate. Tra i due gruppi vi è una mandria di buoi spinta da un armato a cavallo, mentre un altro alla sua destra si volge indietro a minacciare con la spada l'ultimo dei prigionieri. Sulle colline alberate che fanno da sfondo alla colonna in marcia si vedono gruppi di case da cui escono fumo nero e fiamme rosseggiami; attorno ad esse si aggirano uomini armati di lancia insieme ai quali procede un portatore di fuoco: la fiamma arde nella gabbietta metallica dotata di lungo manico, lo stesso strumento che compare costantemente in numerose scene analoghe36.
All'incirca nello stesso tempo Vegezio dedica gran parte della sua Epitoma rei militaris alla difesa delle località fortificate, implicitamente denunciando il fallimento di una concezione difensiva globale, il frantumarsi dell'unità imperiale e l'incapacità del potere di proteggere i suoi sudditi. La preoccupazione per l'assedio come realtà sempre incombente sembra passare integralmente ai barbari insediatisi sul territorio dell'antico impero romano d'Occidente: in Italia, in specie, i Goti di Teodorico ereditano dall'età tardo antica, insieme con superstiti idee di grandezza imperiale, anche le angosce di un mondo abituato ormai da secoli a vivere in stato di assedio, ed esse sembrano ben presenti, secoli dopo, nella mente di un barbaro romanizzato come Paolo Diacono.
A maggior ragione molti dei Ghibellini pavesi che avevano partecipato al fruttuoso agguato teso ai portatori del tesoro pontificio presso Casteggio nel luglio del 1328, impresa cosi invidiata dal cronista, finirono in seguito per restituire la preda e invocare l'assoluzione70. II IL RIFLESSO OSSIDIONALE 1. Proliferazione delle fortezze e ossessione dell'assedio Nel mondo antico ogni grande compagine politica, governata da un'autorità centrale efficiente, fa fronte ai suoi nemici esterni munendosi di fortificazioni periferiche, opportunamente disposte e presidiate, che divengono così anche un segno di ricchezza e di superiorità organizzativa rispetto ai potenziali aggressori.