By gabriel garcia marquez
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In quel modo, guarda un po', scoprii pure che il mio celibato inconsolabile lo attribuivano a una pederastia notturna che si soddisfaceva con i ragazzini orfani della Calle del Crimen. Ho avuto la fortuna di dimenticarlo, fra gli altri buoni motivi perché venni a conoscenza anche delle belle cose che si dicevano di me, apprezzandole per quello che valevano. Non ho mai avuto grandi amici, e i pochi che vi andarono vicino sono a New York. Ossia, morti, perché è dove suppongo che vadano le anime in pena se non hanno digerito la verità della loro vita passata.
Una ressa di donne libere fece arricchire le vecchie bettole della Calle Ancha, che fu poi il Camellón Abello e adesso è il Paseo Colón, in questa città della mia anima tanto apprezzata da locali ed estranei per la buona indole della sua gente e la purezza della sua luce. Non sono mai andato a letto con una donna senza pagarla, e le poche che non erano del mestiere le convinsi con la ragione o con la forza a prendere il denaro sia pure per buttarlo nella spazzatura. Verso i vent'anni cominciai a tenere un registro col nome, l'età, il luogo, e un breve resoconto delle circostanze e dello stile.
Rosa Cabarcas mi aveva consigliato di trattarla con cautela, perché aveva ancora la paura della prima volta. Anzi, credo che la stessa solennità del rito le avesse aggravato la paura e avevano dovuto aumentarle la dose di valeriana, perché dormiva così placidamente che sarebbe stato un peccato svegliarla senza riguardo. Sicché cominciai ad asciugarla con la salvietta mentre le cantavo sussurrando la canzone di Delgadina, la figlia minore del re, amatissima da suo padre.