By A cura di Luigi Moraldi
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Strutture pre-statuali e pre-moderne nella storiografia costituzionale dell’Austria medievale, Milano 1983 (ed. or. , La trasformazione di un quadro politico. Ricerche su politica e giustizia a Firenze dal comune allo Stato territoriale, Firenze 1995, pp. 61-86, nonché alla bibliografia ivi citata. Ricordiamo inoltre, nonostante sia relativo ad un periodo più tardo rispetto a quello da noi esaminato, il singolo caso studiato in A. Gamberini, La faida e la costruzione della parentela. Qualche nota sulle famiglie signorili reggiane alla fine del medioevo, in «Società e storia», 94 (2001), pp.
Castagnetti, Società e politica a Ferrara dall’età postcarolingia alla signoria estense (sec. XXIII), Bologna 1985, pp. 198-200. , pp. 180-181. Può non essere superfluo ricordare che dal 1239 Mantova venne compresa entro la Marca che da allora fu denominata Trevigiana e non più Veronese: A. Castagnetti, La Marca Veronese-Trevigiana (secoli XI-XIV), Torino 1986, pp. , p. 29. 19 Liber privilegiorum comunis Mantue, a cura di R. Navarrini, Mantova 1988, n. 181, 1207 agosto 28. 47 Giuseppe Gardoni 121320; ai prestiti elargiti in quello stesso torno di tempo da alcuni cittadini Mantovani, ed in particolare da parte dei Poltroni e dei Caffari, ai sostenitori del partito estense21.
Le diverse argomentazioni dei vari protagonisti convergevano dunque nel rivendicare un comune operato per il “buono e pacifico stato” della città e del “popolo”. ) non erano inconsistenti o vuote espressioni retoriche, ma non vanno intesi nemmeno quale patrimonio esclusivo di un gruppo sociale o di un regime determinato, tanto meno di quelli di matrice “popolana”, come testimonia il caso pisano. Lo stesso Ciccaglioni rammenta l’esempio di Taddeo Pepoli, signore di Bologna pochi anni dopo Ranieri di Donoratico, che enfatizzò i valori della pace e della giustizia per legittimare il proprio potere.