Contro Roma by Giovanni Papini

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E però posso aggiungere che tutto quello che Papini dice nella sua orazione scritta apposta per indispettire i romani è nulla di fronte a quello che Roma oggi è diventata, questa Roma dove politica e criminalità spesso si confondono. Però com’è efficace il suo sfogo e come sono belle le sue sfuriate laddove di Roma dice: “l’alma città da cui partirono le aquile alla conquista del mondo e rimasero, di guardia, le oche”. Le oche schiamazzanti come i romani che quel giorno erano nella platea del teatro e che lui insultava con allegria interna e con allegria di parole.

Queste ragioni mi son bastate e mi bastano per sfidare l’obbrobrio che può cadere sul mio capo scarmigliato per questo mio gesto di simpatia, e, se volete, di solidarietà (tumulto in platea). ). Non vi aspettate ch’io sciolga, ora, un provinciale peana di amore per la nostra gloriosa capitale, per l’alma città da cui partirono le aquile alla conquista del mondo e rimasero, di guardia, le oche (berci furiosi). Tutt’altro. ). Non per Roma città, intendiamoci, che ha parti e cose bellissime, ma per quello che Roma rappresenta nel pensiero, nella storia, in Italia (baccano giornalistico).

Non per Roma città, intendiamoci, che ha parti e cose bellissime, ma per quello che Roma rappresenta nel pensiero, nella storia, in Italia (baccano giornalistico). Più d’una volta ho espresso pubblicamente questa profonda antipatia per l’urbe di tutte le rettoriche, ma oggi provo uno speciale compiacimento, una singolare voluttà nel poter dire alcune cose proprio qui, nel cuore della città sacra a tutti i ciceroni, e a tutti i professori (incrocio di ingiurie). Roma è, per usare il vocabolario di Marinetti, il simbolo eterno e maggiore di quel passatismo ed archeologismo storico, letterario e politico che ha sempre annacquato e acciaccato la vita più originale d’Italia.